1 – IL QUARTIERE PORTA VENEZIA

Porta Venezia ex Porta Orientale, di Milano è stato da sempre un quartiere all’avanguardia che è riuscito a coniugare eleganza, inclusione, mondanità, trasgressione e cultura del lavoro. Non a caso il quartiere, già ricco di ristoranti con cucine da tutto il mondo, ed in particolare della comunità Eritrea, nell’ultimo decennio ha visto esplodere la movida della comunità glbt  e non solo, che ha saputo cogliere gli aspetti di apertura del quartiere. Gli abitanti di questo distretto sanno accogliere, ma meritano rispetto ed educazione da parte dei frequentatori della movida a cui si chiede di moderare le grida e la musica dopo una certa ora, di tenere pulito e comportarsi decorosamente. Di trattare con affetto Porta Venezia e il Lazzaretto a cui tutta Europa deve molto.

2 – I RESTI DEL MURO DEL LAZZARETTO

A fine 800, quando ormai non c’erano più pandemie di peste, il Lazzaretto viene abbattuto e al suo posto viene costruito un quartiere popolare con case di ringhiera “vecchia Milano” così come le vediamo oggi, prima però viene usato per grandi feste organizzate anche da Napoleone per allietare le proprie truppe. Quello che rimane del muro del lazzaretto è visibile in via San Gregorio 5 ( un muro in mattoncini rossi con delle finestre e un fossato) questa struttura adesso ospita una chiesa Ortodossa.

3 – ELIO FIORUCCI

“al centro di una milano rigida, fra boutique di lusso, noi siamo arrivati con le minigonne, i colori, le luci, la musica alta. E’ stato uno shock per la città, ma al tempo stesso la mia fortuna”. Così diceva Elio Fiorucci, il designer stilista con una visione POP, che aveva scelto come quartier generale la casa in via Vittorio Veneto 8, proprio nel cuore di Porta Venezia. Elio Fiorucci è riuscito a fondere moda e arte, è stato il primo in Italia a creare un concept store che ha fatto poi stravolgere da Kate Haring facendolo diventare un’opera d’arte a sua volta, il primo a mettere in vetrina donne in carne ed ossa e soprattutto il primo a creare dei jeans solo per donne. All’apertura del negozio milanese, alla fine degli anni 70, è seguito quello a New York frequentato da artisti della Pop Art come Basquiat, Haring e Warhol e da una ancora sconosciuta Madonna che spesso cantava live in negozio per intrattenere amici e clienti… I due angioletti non sono solo il simbolo di Fiorucci, ma anche quello di Porta Venezia

4 – LE PATATINE SAN CARLO

.È proprio in questo quartiere che nasce nel 1936 il simbolo dell’aperitivo in tutto il Mondo: la chips di patate croccanti… insomma le patatine. Il Sig Francesco Vitaloni apre una rosticceria in via Lecco, difronte al ristorante “La ciccia” specializzato in carne alla brace, tanto per intenderci. La rosticceria, che chiama San Carlo in onore della vicina chiesa San Carlo al Lazzaretto, è specializzata nelle fritture di carni e verdure e tra queste le patatine che il sig. Vitaloni taglia molto sottili prima di immergerle nell’olio bollente. Inizialmente ne fa un piccolo quantitativo giornaliero che distribuisce ai panettieri e bar del quartiere, ma agli abitanti della zona piacciono tantissimo al punto che ne deve fare sempre di più per soddisfare i clienti. Adesso il figlio Alberto Vitaloni ne deve fare ancora di più per soddisfare le richieste da tutto il Mondo per le sue patatine San Carlo.

5 – IL FANTASMA DI VIA SAN GREGORIO

Camminare di notte in via San Gregorio può riservare un’emozione unica: gli abitanti del quartiere dicono infatti che lo spirito inquieto di Rina Fort, soprannominata dalla stampa “La Belva di via San Gregorio” si aggiri proprio in questa via oltre a via Fatebenefratelli dove c’è la questura che l’ha arrestata. Ma cosa ha fatto questa signora? Il 29 Novembre del 1946 al civico 40 di Via San Gregorio ha brutalmente ucciso a sprangate una donna e i suoi 3 figli di cinque, sette e dieci anni; l’intera famiglia del suo amante che non poteva più frequentare. Non deve essere bello incontrarla, soprattutto sotto forma di fantasma, se passate di notte in via San Gregorio preparatevi a scappare.

6 – I MONATTI

Questo Lazzaretto, prima luogo di quarantena affollato da appestati e adesso luogo di residenze affollato da appassionati di spritz, è quello descritto nei Promessi Sposi da Manzoni; Via Lecco viene chiamata così proprio in suo onore. È proprio qui, magari proprio su un marciapiede dove stiamo bevendo uno bicchiere, che Renzo sente la voce di Lucia, è qui, in queste vie che Don Rodrigo passa gli ultimi giorni di vita, ed è proprio qui che si aggiravano i Monatti. Chi era il Monatto? Il Monatto era un uomo guarito dalla peste che quindi aveva gli anticorpi (una sorta di green pass dei tempi) e poteva entrare nel lazzaretto e toccare, curare i malati. Si vestiva con un lungo cappotto di colore rosso oppure nero e aveva una maschera con davanti un lungo becco, all’interno del becco metteva delle erbe officinali che disinfettavano l’aria che respirava. Indossava anche un campanello al piede per far riconoscere il suo arrivo. In molti dicono di vederli aggirare di notte ancora oggi per il quartiere, entrare e uscire dai portoni e brindare in 2 o 3 agli angoli delle strade. In particolare nella zona tra piazza Cincinnato, via Settembrini e Via Benedetto Marcello dove prima sorgeva il cimitero del Lazzaretto in cui loro portavano gli ospiti del Lazzaretto che avevano preso un’altra via.

7 – IL LIBERTY A PORTA VENEZIA

Da fine 800 a Milano scoppia la moda dell’architettura Liberty adottata dai lavoratori che avevano fatto fortuna e che volevano distinguersi dal gusto classico dei palazzi aristocratici da cui volevano prendere le distanze. Casa Galimberti e casa Guazzoni in via Malpighi e l’ex cinema Dumot in via Frisi ne sono un esempio perfetto. Altro esempio di questo stile architettonico è quello della Casa dei Ferrovieri di Milano in via San Gregorio 46, (adesso Osteria del Treno) un locale creato per il dopo lavoro dei ferrovieri e per le riunioni sindacali. Tra le mura della Sala Liberty si possono ancora immaginare le urla delle riunioni sindacali e le risate delle feste da ballo degli eventi ufficiali. Ancora oggi il ristorante Osteria del Treno accoglie le diverse anime della città rispettando il tradizionale valore di ospitalità che contraddistingue il quartiere.

8 – LO SPRITZ DEL LAZZARETTO, ELISIR D’AMORE.

Una tra le storie più moderne del quartiere è quella del Bitter Lazzaretto con cui si fa il Lazzaretto Spritz. Un Bitter artigianale che è riuscito a racchiudere in una bottiglia la storia passata e presente del quartiere Porta Venezia. Nella sua ricetta infatti, racchiude sia le erbe aromatiche e officinali utilizzate dai frati cappuccini che gestivano il Lazzaretto a fine 600 che ingredienti che vengono dall’Africa portati dalla comunità Eritrea e Etiope che risiede nel quartiere da 3 generazioni oltre alle spezie orientali dei ristoranti e dei mini-market nelle vie del quartiere. Essere a Porta Venezia e bere un Lazzaretto spritz, è come viaggiare nel tempo e nello spazio rimanendo in centro a Milano. Il Lazzaretto Spritz è fatto con 2 parti di bitter artigianale 3 parti di prosecco e una spruzzata di soda.

9 – ANTICA FARMACIA DEL LAZZARETTO

La fama di questa Farmacia è strettamente legata alla nascita dell'”Amaro Medicinale Giuliani”. E’ nel suo laboratorio, infatti, che negli anni 50, Germano Giuliani produceva per i Clienti il digestivo composto da erbe che faceva arrivare direttamente da Innsbruck, suo luogo natio. L’Antica Farmacia di via Castaldi all’angolo con via Lecco, ha mantenuto nei secoli il fascino e la funzione sanitaria nella zona di Porta Venezia. La licenza d’esercizio risale addirittura al 1750, e questo le conferisce il primato dell’antichità a Milano. Lo si intuisce già varcandone la soglia: severo mobilio della fine del 700, ingentilito da vetrinette con collezione di vasi e bilance d’epoca, reca la scritta”aegrotantibus salis” (la salute agli ammalati). Statue intarsiate in legno d’ebano omaggiano donne ed uomini di scienze, 46 vasi di porcellana della Ginori (prima che si fondesse con a Richard), 6 versatoi ed 11 albarelli di Savona del XVII secolo, trovano spazio tra i prodotti della farmacia. Con queste credenziali, con questa storia, l’Antica Farmacia del Lazzaretto ha vinto il premio della più antica farmacia della Lombardia. Onorificenza consegnata nel 2006 dal comune di Milano dalla Camera di Commercio, dalla Regione Lombardia durante la manifestazione della premiazione “Le botteghe storiche”. Da sempre attenta e puntuale nel cercare la soddisfazione del cliente, l’Antica Farmacia del Lazzaretto è una farmacia polifunzionale: laboratorio per preparazioni, reparto omeopatia e consulenza, reparto veterinario, diabetico, celiaci, la nuova zona ortopedia e plantari con possibilità di noleggio stampelle, bilance, sedia a rotelle, deambulatori, tiralatte… Nella Farmacia c’è anche una zona dedicata all’auto-analisi del sangue per la determinazione di trigliceridi, colesterolo, LDL, HDL, una cabina estetica per massaggi lifting gratuiti organizzati da consulenti per corsi di trucco e maquillage. La tradizione continua, nel rispetto del passato ponendosi come punto di riferimento in campo socio sanitario per tutta la zona di Porta Venezia.

10 – LA CHIESA DI SAN CARLO AL LAZZARETTO

La chiesa che si trova oggi in Largo Bellintani (tra Il ristorante Delicatessen, La Champagnerie,L’Eoica e il Gottino… tanto per intenderci) è quella del Lazzaretto usato per confinare i malati di varie pestilenze di varie epoche, tra cui quella che fa da sfondo alle vicende di Renzo e Lucia dei Promessi Sposi a metà del 600. Era una chiesa all’interno delle mura del Lazzaretto che avevano come perimetro l’attuale Corso Buenos Aires, via Vittorio Veneto, Via Lazzaretto e Via San Gregorio all’interno delle mura c’era un ampio spazio aperto dove gli appestati girovagavano doloranti, un po’ tipo in The walking dead.

11 – LO STRANO FENOMENO DEI PETALI DAL CIELO

Sembra una di quelle leggende metropolitane che non hanno mai riscontro, invece in questo caso il riscontro sembra esserci. A detta di tanti frequentatori della movida di via Lecco, capita che dal cielo cadano dei petali di fiori anche in stagioni in cui non ci sono fioriture. La leggenda narra che nel quartiere del Lazzaretto in via Lecco, visto quanto di brutto è accaduto durante la pandemia, ogni volta che due persone si innamorano tra le vie del quartiere, proprio in quel momento gli angeli dal cielo mandino dei petali di fiori per curare le ferite del passato. Quindi se vi capita di vedere dei petali scendere tra i palazzi vuol dire che qualcuno si è innamorato proprio in quel momento.

12 – CASA GALIMBERTI

Rappresenta una delle più originali realizzazioni del liberty milanese: ferri battuti, motivi floreali in cemento e soprattutto la raffigurazione veristica del rivestimento in piastrelle di ceramica. I committenti, inprenditori edili, furono tra i primi sostenitori del nuovo stile a Milano. I Galimberti avevano già intrapreso, in quel periodo, la lottizzazione di via Malpighi: strada di nuova costruzione realizzata poche decine di metri fuori dagli ex Bastioni di Porta Venezia e dal piazzale Oberdan. Per il palazzo più importante del nuovo quartiere (68 metri di facciata all¿angolo con via Sirtori, con negozi e locali pubblici al piano terreno e quattro appartamenti per piano negli altri quattro piani) Bossi scelse per il basamento il ceppo gentile, una pietra poco costosa fatta giungere, tramite la Martesana, direttamente dalle cave di Trezzo; per isolare dall¿umidità il piano terra realizzò una soletta in cemento armato; che, insieme al ferro, i decoratori usarono con maestria.